Fino al 1900

La Storia del nostro paese si accomuna con quella della Valpolicella e del Veronese in genere. Le Popolazioni che abitarono nella Preistoria e poi nella Storia di queste terre, sono indicate dagli Storici prima con notizie abbastanza povere in seguito con sempre maggiori e sicure informazioni. Dai Rezii agli Arusnati "antichi abitanti della Valpolicella di cui si hanno poche notizie da iscrizioni lapidarie", ai Romani. Dopo la caduta dell'Impero Romano sono gli Ostrogoti con Teodorico e i successori che governano il Veronese fino al 540. Dopo questa data Goti, Bizantini e quindi Longobardi occupano il Veneto e Verona. Questi ultimi mantennero la loro Signoria sull'Italia Settentrionale per più di 200 anni. Quindi seguirono i Franchi con Carlo Magno, Berengario, Marchese del Friuli, proclamato Re d'Italia, che pose la sua sede principale proprio a Verona. È in questo tempo che comincia a comparire nei documenti storici qualche cenno delle nostre terre. È del 905 un diploma di questo Re, nel quale si cita S.Floriano. Dopo il 1000 si ha l'affermazione dei liberi Comuni. Da questi si sviluppano le Signorie; a Verona, dopo la dura esperienza di Ezzelino da Romano, la Signoria degli Scaligeri diede quasi un secolo di buon Governo. Di questo periodo, 1311, si deve ricordare la figura di Federico Della Scala, il primo Conte della Valpolicella divenuto tale per i diritti da lui acquisiti per eredità dal padre Picardo Della Scala, diritti riconosciutigli da Arrigo VII. Con Federico Della Scala la Valpolicella viene staccata dal territorio del comune di Verona e diviene suo Feudo, sua Contea. La Valpolicella in questo modo diventò, seppur per breve tempo, uno Stato a sé e Federico provvedeva a determinare i confini e a stipulare un vero trattato politico-commerciale con il Comune di Verona. Questo Feudo durò solo pochi anni, dal 1313 al 1325: Federico tentò di farsi proclamare Signore di Verona al posto Cangrande, temporaneamente ammalato. Ma alla sua guarigione Federico dovette andarsene dalla Valpolicella, che tornò nuovamente sotto il diretto controllo degli Scaligeri.

Nel 1404 due Capitani di ventura al soldo di Venezia occuparono la Chiusa e tutta la Valpolicella, segnando l’inizio della dominazione della Repubblica Veneta, durata oltre 4 secoli. Fu Napoleone nel 1797 a decretarne la fine. Dopo il successivo ventennio anche la Valpolicella come il Lombardoveneto, finì sotto il dominio Austriaco fino all'annessione all'Italia nel 1866.

 

Pedemonte e la Valpolicella nei documenti storici

  • I primi documenti che accennano in particolare alla nostra zona Pedemontana la denominano solo come S.Sofia. Così nel 1313 con Federico Della Scala risulta che la Valpolicella era costituita dai 3 Piovadeghi (ordinamento solo civile) di Negrar, onte e la Valpolicella nei documenti storiciS.Floriano e S.Giorgio. Da S.Floriano dipendevano le Ville (Villaggi) di Maran, Valgatara , Semonte, Santa Sofia, Negarine, Settimo, Pescantina, S.Pietro, Bure, Fumane e Breonio. 
  • Nella visita pastorale del Vescovo di Verona Ermolao Barbaro, effettuata a S. Floriano il 7 ottobre 1454 si fa cenno delle cappelle dipendenti da S. Floriano. Fra queste: Santa Sofia di Pedemonte.
  • Il Palladio parlando della Villa S.Sofia, preesistente a quella da lui designata, e dei "colli amenissimi copiosi di buonissime acque", afferma che "fu questo luogo per le sue amenità le delicie dei Signori della Scala, e per alcuni vestigi che si veggono, si comprende che anche al tempo dei Romani fu tenuto da quegli antichi in non piccola stima". Quindi la località circostante Pedemonte, unitamente al resto della Valpolicella, è abitato da antichissima data. Pedemonte, come piccolo centro residenziale prende sviluppo più tardivo.
  • La contrada Quar compare in una carta geografica del Veronese incisa su legno, compilata da Joannes Nachius nel 1625.
  • La Valle, nella parte inferiore, fin dal sec. VIII (almeno per quanto dimostra il Silvestri nel suo prezioso volume sulla Valpolicella) si chiamava Privianense o Pruviniano da distinguersi dalla valle di Veriago, l'attuale valle di Negrar, Prun, Torbe.
  • Solo nel secolo XII compare nei documenti il nome volgare di "Val Polesela", decreto del Barbarossa del 24 agosto 1177.

 

Verso la metà del XIX secolo Pedemonte non era che un piccolo gruppo di case riunite alle falde della collina (eccone il nome). Il centro abitato contava solo poche centinaia di abitanti, prevalentemente contadini o braccianti. Già dal 1888 con l'installazione della tramvia, che semplificava enormemente il collegamento alla città ed ai centri della zona, la frazione diede inizio ad un considerevole sviluppo che la pose a chiave della Valle Est e della Valle Ovest della Valpolicella. Si aprirono nuove strade, si demolirono muri, si formarono due piazze. Pedemonte divenne un centro animato; era meta di passeggiate domenicali e di villeggiatura, come lo era stato nel passato e come attestano le sontuose Ville tuttora esistenti. La Popolazione molto operosa, quasi completamente dedita all'agricoltura, orgogliosa di offrire il prelibato e ricercato vino delle sue cantine, contribuì in modo permanente allo sviluppo della frazione e del suo commercio. Dopo l'ultima Guerra Mondiale, l'occupazione rurale si restrinse ad un numero abbastanza ridotto di famiglie. Si diffuse la ricerca di lavoro operaio, artigianale, commerciale ed impiegatizio. Le cantine conobbero comunque uno sviluppo straordinario, grazie alla valorizzazione del vino tipico, dovuto evidentemente alla sua genuina bontà, ma anche favorito dalla conoscenza su scala nazionale ed internazionale. La "Festa dei vini classici Valpolicella”, che si tiene ancora oggi il 1 maggio fin dal 1959 con straordinario successo, e l'attribuzione delle denominazioni di qualità al Valpolicella Classico, al Recioto e all'Amarone hanno reso possibile il consolidarsi della fama del nostro vino. Tra gli anni ’75 e ’90 Pedemonte ha conosciuto il suo pieno sviluppo edilizio, grazie alla vicinanza di Verona, della quale è divenuta ormai quasi periferia, e per la comodità dei mezzi di trasporto che la collegano alla città in poco tempo. Decisiva per questo sviluppo fu la costruzione della strada provinciale nei primi anni ’60, divenuta nel tempo un’arteria tanto trafficata quanto ormai insufficiente.  Oggi gli abitanti della frazione sono circa 4.000.

 

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© Parrocchia di Pedemonte, via della Contea 1 37029 San Pietro in Cariano

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