In questo tempo storico, segnato dal distanziamento fisico per la pandemia in corso, si inserisce il tempo della salvezza dell’Avvento dove, di domenica in domenica, siamo chiamati a “formare lo stesso corpo” (Ef 3,6) a partire dalla celebrazione Eucaristica. Nell’Avvento la consapevolezza della precarietà umana, è vissuta, attraverso la fede, come attesa del compimento della nostra storia in Dio. L’Eucaristia è quell’alimento che porta i fedeli a guardarsi come fratelli e sorelle: È il corpo di Cristo a costruire il Corpo che è la Chiesa. La vita cristiana è per se stessa vita di comunità, nessuno è cristiano da solo e nessuna famiglia è cristiana da sola: siamo chiamati a fare esperienza comunitaria di amicizia fraterna, a partire dal nostro essere famiglia, dalla nostra casa.
Questo periodo ci può aiutare a rendere la nostra casa uno spazio vivo per la nostra fede, e a rendere il nostro essere Chiesa l’esperienza del nostro essere famiglia di Dio. Se ogni giorno cammina nell’amore e nell’amicizia degli sposi, nel rapporto tra genitori e figli e più in generale tra generazioni, se fa esperienza della fraternità, anche attraverso la storia delle nostre fragilità, dei tradimenti ricevuti o inferti, delle tenebre che toccano la nostra vita, i nostri amori, le nostre relazioni, se in mezzo a tanti ostacoli fa ancora esperienza nel peccato di misericordia e di perdono, allora la famiglia per ciò stesso rende più chiaramente la Chiesa famiglia di Dio e il mondo la casa che ci è data da abitare in questa vita.
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